Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

Ragnarok Memories

All'epoca in cui è nata l'epoca dei MMORPG (Massive Multiplayer Online Role Playing Game), io ed alcuni amici ci sollazzavamo le giornate giocando su un server privato di Ragnarok Online. Vabbè, sto per uscire, vi risparmio le mille avventure che abbiamo vissuto. Dico solo che ogni tanto organizzavamo dei veri e propri raid in mappe precise, dove facevamo un bordello e distruggevamo ogni cosa (mostri ovviamente).
Beh, ispirato da uno di questi raid, un giorno decisi di scrivere un bel raccontino, usando come personaggi principali proprio i nostri PG del gioco. Quindi non stupitevi se i nomi sono alquanto atipici.
Buona lettura!



Era da poco passato il mezzodì, e il Vecchio Vulcano era immerso nel silenzio.
Il Sole, nascosto dietro le nuvole, riscaldava violentemente la regione, affaticando i pochi animali che ancora osavano avventurarsi oltre l'accogliente ombra della foresta. Eppure, ogni tanto una lieve brezza rinfrescava l'aria, donando un po di tregua alle cinque figure misteriose che sfidavano l'afa per arrampicarsi verso il cratere spento. Si trattava di un gruppo di avventurieri, forse spinti in questa zona dalle voci che circolavano su un tesoro inestimabile nascosto nel vulcano.
I 5 procedevano in fila indiana, seguendo un ripido e scosceso sentiero che girava tutto intorno al fianco della montagna vulcanica.
Il cammino procedeva tranquillo e senza intoppi, ma quando arrivò il tramonto il gruppo non era neppure a metà strada dalla vetta. Perciò decisero di accamparsi in una piccola radura riparata dal vento, grazie alla posizione rientrata rispetto al lato del Vulcano. La radura era larga una decina di metri, il che rendeva difficile un'eventuale difesa del campo in caso di attacco. Tuttavia, era pur sempre meglio che pernottare sul sentiero, battuto da chissà quali creature e troppo angusto per poter anche solo combattere.
- Credo ci convenga fare dei turni di guardia. - disse il ragazzo che guidava la fila. Si trattava di un ragazzo con dei lunghi capelli rossi, lasciati crescere selvaggiamente. Attraverso la chioma spuntavano due piccole corna appuntite.
Il ragazzo, evidentemente abituato al lavoro manuale, aveva le mani ricoperte di calli, e trainava tutto il giorno un carretto di legno consumato e logorato, stracolmo di oggetti di ogni tipo: armi, pozioni, equipaggiamento vario, e addirittura un incudine ed un grosso martello. Tuttavia, a giudicare dai possenti muscoli delle braccia, non aveva difficoltà a portarsi appresso quel peso ingombrante, che non mollava neanche durante la battaglia.
Il ragazzo vestiva con un paio di pantaloni arancioni strappati, ed una piccola casacca bianca, che aveva l'aria di essere di qualche taglia troppo corta.
- Sono d'accordo con Drill - disse una voce proveniente dalle oltre. Subito dopo fece la sua comparsa un ragazzo di corporatura esile. Vestiva una tuta nera aderente, che però non gli impediva i movimenti, mentre una maschera gli copriva parzialmente il viso, lasciando scoperti solo gli occhi. Portava una lunga sciarpa rossa, che il vento agitava in continuazione. Le mani, coperte da dei guanti neri in pelle, stringevano delle armi dall'aspetto esotico, strani pugnali con impugnatura orizzontale, con una lama, piatta e larga alla base, che stava davanti alle nocche. Nel complesso, il ragazzo aveva un'aria misteriosa. - Mi offro di fare il primo turno. - concluse l'assassino.
- Per me sta bene, Kyle - osservò un terzo membro del gruppo.
Vestiva un lungo mantello scuro, che copriva i modesti abiti che indossava, e portava un elegante cilindro, che gli copriva i corti capelli neri.
Appesa alla cintura teneva una bacchetta intarsiata con fregi mistici, che in battaglia potenziavano le sue magie. - Però io devo necessariamente essere l'ultimo. - sentenziò lo Stregone. - Ho bisogno di tempo per richiamare le forze magiche, e non posso farlo se devo anche stare attento ad eventuali attacchi. - Come a sottolineare le sue parole, lo Stregone alzò una mano e pronunciando incomprensibili parole, creò una tenue fiamma sul suo palmo. Poi, con un gesto rapido, la lanciò in direzione di un mucchietto di foglie secche, che presero immediatamente fuoco.
- Il solito, sofisticato, Tredici - disse un'altro del gruppo. Il ragazzo era letteralmente ricoperto da un'armatura pesantissima, che però sembrava non dargli alcun fastidio. Sul suo fianco sinistro pendeva una pesante spada ed uno scudo altrettanto resistente era appeso sulla sua schiena con delle cinghie di cuoio. I suoi capelli biondi, tagliati in una ordinata chioma militare, in battaglia venivano nascosti dall'elmo che il Paladino teneva sotto al braccio. - Che razza di Stregone... - disse il guerriero scuotendo la testa.
- Senti chi parla! - esclamò Tredici. - Sir Fottgh, protettore dei deboli - disse lo Stregone in tono ironico.
- Fottgh, Tredici, piantatela! - era l'ultimo ragazzo del gruppo. Si presentava con dei pantaloni in cotone bianco con linee e disegni in nero. La casacca smanicata, aperta sul petto, faceva intravedere una muscolatura scolpita. In entrambi gli avambracci il ragazzo portava dei pesanti bracciali rivestiti in cuoio, ed era armato con degli strani tirapugni scintillanti.
Un cerchietto dorato gli stringeva la testa, tenendo insieme i lunghi capelli neri, che gli ricadevano sulla schiena. Uno strano alone azzurro circondava tutta la figura del ragazzo, che stava in piedi a colpirsi il palmo della mano con il pugno mentre osservava i compagni.
- Calmati Galnas. Calmiamoci tutti. - Driller cercò di riconciliare le parti. Quando fù calato nuovamente il silenzio, il Fabbro riprese la parola. - Faremo i turni in questo ordine: prima Kyle, che grazie ai suoi sensi sviluppati potrà avvisarci per tempo in caso di attacco. Il secondo turno lo farà Fottgh, che è sempre pronto a dimostrare la sua forza. Poi toccherà a me. - Driller fece una pausa, per soppesare le prossime parole e dare il tempo ai suoi compagni di assimilare ciò che aveva detto. Poi proseguì. - Galnas, tu farai il quarto turno. Ti avrei lasciato il terzo, ma so che anche i Monaci come te hanno bisogno di tempo per richiamare le proprie forze. Infine toccherà a Tredici... sempre se staremo ancora dormendo. - un'altra pausa. - Ogni turno sarà di 2 ore, così potremo riprendere il cammino riposati e nel pieno della luce diurna. - concluse infine Driller.
Tutti annuirono silenziosamente, e mentre Kyle si appostava di guardia, gli altri si prepararono a riposare.

Il giorno dopo il gruppo si mise nuovamente in marcia, riposati dalla tranquilla notte. Come sempre, Driller procedeva in testa al gruppo, trainando il suo inseparabile carretto. Appena dietro di lui stava Fottgh, pronto a dar man forte in caso di attacco frontale. Tredici stava al centro dello schieramento, impaziente di scatenare il suo potere magico. Galnas copriva le spalle allo stregone, ed a sua volta veniva protetto da Kyle, che grazie ai suoi sensi acuti avrebbe prevenuto qualsiasi attacco alle spalle.
Il gruppo proseguì in questo ordine per le successive 4 ore di marcia, senza incontrare alcuna difficoltà se non quelle offerte dall'aspro terreno.
Infine, quando il cerchio di fuoco del Sole stava sopra le loro teste, il gruppo arrivò alla fine della salita, trovandosi davanti un enorme voragine circolare, del diametro di diverse centinaia di metri.
Prima di iniziare la discesa nell'interno del vulcano, i ragazzi esplorarono i dintorni del cratere, e dopo circa un'ora si imbatterono in una enorme porta di metallo incassata nel terreno. Il portone era alto quanto due uomini, e largo il doppio. Sulla sua superficie metallica vi erano riportati strani simboli, molti dei quali erano stati quasi cancellati dalle intemperie e dallo scorrere del tempo.
I ragazzi esaminarono per diversi minuti il portone, poi Tredici riuscì a decifrare una breve incisione riportata su un piccolo foro posto al centro del portone, che identificarono come la serratura.
L'iscrizione riportava le parole "Grande cancello di Fuoco", evidentemente il nome con cui veniva indicato quel misterioso portone in epoche antiche.
Improvvisamente Tredici ebbe una intuizione: come il giorno prima nella radura, lo Stregone creò un piccolo fuoco danzante nella sua mano. Poi salì sul portone e si chinò sulla serratura, poggiandoci sopra il fuoco magico.
Immediatamente si sentì un pesante rumore metallico, ed il portone si spalancò di scatto, rivelando un'ampio salone sotterraneo e mandando Tredici a gambe all'aria.
I compagni lo raggiunsero subito preoccupati, ma quando videro che non si era fatto male, scoppiarono a ridere.
- Non sapevo che la tua magia ti permettesse anche di volare - gli disse Fottgh, schernendolo.
Tredici si rialzò in tutta fretta, cercando di ricomporsi. - Al diavolo - disse stizzito. - Proseguiamo! - e si calò nella stanza rivelata dal Grande Cancello di Fuoco. Il resto del gruppo, che ancora rideva, lo seguì rapidamente.
Quando tutto il gruppo fu nella stanza, il portone si richiuse da solo pesantemente, facendo tremare tutto.
- Ma che diamine... - fece per dire Galnas, ma Driller lo interruppe.
- Maledizione, credo che siamo in trappola. - disse il fabbro, indicando l'ingresso. Quando i suoi compagni seguirono il suo sguardo, videro che gran parte del soffitto era crollato, distruggendo il Grande Cancello e bloccando l'uscita.

Il momento di preoccupazione passò in fretta. Dopo averci ragionato un po su i ragazzi si erano resi conto che ormai erano bloccati li, perciò tanto valeva andare fino in fondo. Se poi fossero sopravvissuti, avrebbero cercato un'altra uscita. Esaminarono più attentamente la stanza in cui si trovavano: si trattava di una grande sala, priva del benchè minimo arredamento. In fondo alla sala stava l'ingresso, su cui un tempo era montato un portone massiccio, che ormai giaceva gravemente danneggiato in un angolo.
Oltre il salone stava uno stretto corridoio lungo un centinaio di metri, che si interrompeva bruscamente su una serie di scalini che scendevano nell'oscurità.
La discesa fu lunga ed estenuante. Per circa due ore i ragazzi scesero lungo la scala priva di qualsiasi appiglio che potesse frenare una accidentale caduta. Per chiunque di loro inciampare sarebbe significato la morte certa.
- C'è qualcosa che non mi convince - disse Tredici a metà della discesa.
Il gruppo si fermò, e tutti attesero che lo stregone riprendesse a parlare.
- Da quando abbiamo cominciato a scendere, la temperatura non è minimamente variata. -
- Che ti aspettavi? siamo all'interno di un Vulcano spento - disse Fottgh in tono saccente.
Tredici scosse la testa. - Non è proprio così. Anche se il vulcano è inattivo, la temperatura interna dovrebbe comunque essere più alta di quella esterna. -
I ragazzi si scambiarono sguardi preoccupati.
- Hai qualche idea? - chiese Driller a Tredici.
- Solo una - rispose lo stregone. - Credo che più avanti ci sia una qualche entità che involontariamente ha causato il raffreddamento dell'aria. Per questo motivo non abbiamo trovato il calore che avrebbe dovuto esserci. -
Fottgh sbuffò spazientito. - Perchè non parli in modo che capiamo tutti? - disse, attirandosi gli sguardi malevoli dei compagni. - Che ho detto? - fece Fottgh, ma i ragazzi si limitarono ad ignorarlo.
- Fottgh, passa avanti. E voi ragazzi... state attenti. - disse Driller.
Il gruppo proseguì.

Quando i cinque arrivarono alla fine degli scalini, si trovarono in una larga piattaforma rotonda. Dalla parte opposta della piattaforma i ragazzi potevano scorgere l'ingresso di un'altra stanza, da cui provenivano dei bagliori rossi. Ma appena il gruppo si mosse in quella direzione, dall'alto piombò giu un'enorme figura, che atterrò pesantemente all'estremità opposta della pedana con un terribile boato.
Quando la polvere dello schianto si fù dispersa, davanti agli increduli ragazzi rimase soltanto un enorme scheletro, ricoperto di brandelli di vestiti. Nelle orbite vuote del teschio brillava una minacciosa luce rossa.
Il mostro espirava grosse nuvole di vapore, che abbassavano considerevolmente la temperatura circostante.


[...]
Con un ultimo, disperato colpo, Driller abbattè definitivamente il mostro.
I ragazzi si lasciarono cadere a terra esausti. Ormai i pericoli erano terminati, e potevano finalmente godere di un meritato riposo.
Ma il sollievo durò poco. Dopo qualche minuto la terra si mise a tremare, allarmando i cinque ragazzi, che immediatamente scattarono in piedi e si guardarono attorno.
- Che diamine succede? - domandò Driller, senza rivolgersi particolarmente a qualcuno.
- Credo che le energie della nostra lotta contro il mostro abbiano provocato qualche spostamento nel sottosuolo, risvegliando il magma che ribolle sotto la crosta terrestre. - disse Tredici, grattandosi il mento.
Fottgh lo guardò inebetito, e dopo qualche istante di silenzio chiese: - In poche parole che succede? -
Kyle, Tredici, Driller e Galnas lanciarono un'occhiataccia al Cavaliere. - Il Vecchio Vulcano sta per eruttare! - gli urlarono in coro.
- Presto, dobbiamo fuggire se non vogliamo rimetterci la vita. - disse Galnas, mentre il frastuono del terremoto si faceva più forte, e le prime pietre cominciavano a franare dall'alto.
I ragazzi scattarono verso l'uscita, ma Driller si fermò quasi subito e corse indietro.
- Drill, che diavolo fai? - gli urlò contro Kyle. - Sbrigati! -
- Il tesoro! dobbiamo prenderlo! - rispose Driller senza fermarsi.
- Lascia stare il tesoro, fra poco qui sarà un inferno! - Kyle corse dietro l'amico, con l'intenzione di fermarlo, raggiungendolo in pochi istanti. Kyle afferrò quindi Driller per la giacca. - Quel tesoro non vale la tua vita, stupido! -
Driller si voltò verso l'amico. In tanto tempo che si conoscevano avevano affrontato tante avventure assieme, alla ricerca dei più disparati tesori.
- Ma non capisci? - gridò Driller - se non lo prendiamo saremo venuti qui per niente! Che fine hanno fatto i nostri obiettivi? - Kyle guardò l'amico dritto negli occhi, e non vide titubanza od insicurezza. Il Fabbro pensava davvero ciò che aveva appena detto. Valeva la pena recuperare il Tesoro, non per cupidigia, ma per rimanere fedeli verso il loro principio di vita: stabilire un obiettivo e raggiungerlo, o morire tentando.
Kyle lasciò andare la presa, e Driller scattò nuovamente verso il cadavere del mostro, abbattuto pochi minuti prima. Impugnando l'arma con entrambe le mani, il ragazzo colpì il ventre del mostro, facendone fuoriuscire le interiora. Senza esitazione, Driller mise da parte l'arma e cominciò a frugare fra gli organi del mostro.
- Deve essere qui, da qualche parte. - diceva fra se, mentre infilava le mani nelle viscere del mostro.
Quando prese il cuore del mostro in mano, sentì una misteriosa energia scorrergli dentro, e capì di aver trovato quello che cercava. Senza attendere oltre, mise il cuore nel carretto e tornò dagli amici.
- Alla buon'ora. - gli disse Fottgh, vedendolo arrivare.
- Si può sapere che ti è saltato in mente? - chiese Galnas.
- Un'altro minuto e ti avremmo lasciato qui. - disse Tredici.
Kyle si limitò ad osservare l'amico, sorridente.
- Rimandiamo le chiacchiere a dopo - disse Driller. - Ora pensiamo a levarci da questo impiccio!- Dopodichè il gruppo si diresse a gran velocità verso l'uscita, facendo a ritroso lo stesso cammino percorso all'andata.
Passarono senza fermarsi attraverso il Ponte di Fiamma, passarono per il Corridoio degli Incubi e la Sala del Golem, e superarono illesi l'Orlo della Distruzione, il primo passaggio d'ingresso nel Vecchio Vulcano.
Qui i ragazzi si fermarono, davanti ai resti del Grande Cancello di Fuoco, che gli sbarrava la via d'uscita.
- Dobbiamo trovare un'altro punto da cui fuggire - disse Driller, stringendo nervosamente i pugni.
- Non serve, ci penso io. - fece Galnas. - Basterà un colpo ben assestato e potremo liberare l'ingresso. Dovete solamente darmi qualche minuto per prepararmi - ammise.
Ma improvvisamente la temperatura aumentò vertiginosamente.
- Dubito che farai in tempo. - Esclamò Fottgh. - Guardate!-
I ragazzi si voltarono all'unisono, scorgendo un grosso muro rosso dirigersi verso di loro, come animato di vita propria. Il muro avanzava lentamente, ma con costanza. In pochi minuti li avrebbe raggiunti e divorati vivi, sempre se fossero sopravvissuti abbastanza in quella sauna insopportabile.
- Maledizione, non può finire così - Driller si lasciò cadere sulle ginocchia e cominciò a tempestare il pavimento di pugni, mentre la lava si avvicinava sempre più e la temperatura si faceva sempre più asfissiante.
Poi, quando ormai i cinque ragazzi avevano perso ogni speranza, una piccola sfera di luce apparve dal nulla davanti al Grande Cancello. Altri microscopici globi luminosi penetrarono dal soffitto, andando ad alimentare la luce, che via via appariva sempre più forte ed accecante. In pochi istanti la luce divenne abbagliante, colorando tutto di un bianco purissimo. Poi, così come era apparsa, la luce svanì improvvisamente. Al posto della luce stava una ragazza, coperta da una veste nera. Un cappuccio, anch'esso nero, le incorniciava il volto sorridente. La ragazza teneva le mani congiunte davanti al petto, su cui pendeva una croce d'oro.
- Ciao ragazzi, serve aiuto? - chiese la giovane.
I 5 rimasero qualche istante inebetiti dall'apparizione della Sacerdotessa, poi in coro urlarono - Cate! -

Epilogo:
Quando la terra cominciò a tremare, i cittadini di Yuno non capirono subito cosa stava succedendo. Poi videro, in direzione del Vulcano, del fumo che si innalzava, e fu il panico. La gente correva in ogni direzione urlando, travolgendo qualunque cosa incontrassero durante la fuga. Un bambino, lasciato solo, cominciò a piangere, fin quando la madre non lo trovò e lo portò via, al sicuro.
Poi, improvvisamente, il Vulcano esplose, liberando nell'aria lapilli e fiamme. L'eruzione del Vecchio Vulcano devastò gran parte della montagna. La nube di pulviscolo inquinò l'aria, e la lava arrivò a decine di Kilometri dal cratere, bruciando boschi e riempendo laghi. Fortunatamente, non ci furono vittime.
Per molto tempo la gente non parlò d'altro. Nessuno riusciva a capire come mai il Vulcano si fosse risvegliato così improvvisamente. Qualcuno però raccontava che durante i primi attimi dell'esplosione, uno strano oggetto luminoso fosse uscito a gran velocità dal cratere fumante, e fosse poi sparito all'orizzonte.
Nonostante numerosi testimoni avessero assistito a questo fenomeno, nessuno credette loro, e col tempo tutti smisero di chiedersi quali cause avessero portato all'eruzione, convincendosi che era tutto dipeso dalla natura.

Altrove, sei coraggiosi avventurieri ci incontravano, stringendo un patto di alleanza perpetua, fondando così le basi della loro Gilda.

10 commenti:

Unknown ha detto...

Ma almeno cambia nome a Tredici ahahahah!

Castruccio ha detto...

Manca un certo nome...tipo lavis, luvis, una roba simile...

Unknown ha detto...

@Mesic:
L'ho detto che i nomi erano atipici... poi Tredici come nome ha un suo stile... e cmq se chiedi di lui a qualche giocatore italiano di RO può darsi che si ricordino :P

@Castruccio:
Luis non è contemplato in questo racconto. Ho inserito solo i personaggi più importanti, e Luis non era uno di questi :P
Tra l'altro non ricordo neanche se l'avevamo preso in gilda o se ci frequentava soltanto...

Ettore ha detto...

Per me Ragnarok [era - è - sarà] il night dove Max Payne, il primo episodio, sfida Lupino, uno dei cattivissimi dello sparatutto.
Mi deve una tendinite.

Unknown ha detto...

Mitico Max Payne. Il film non era tanto male.
La mia parte preferita del primo episodio è quando lo mandano in overdose da Valkiria e lui ha le visioni. E rispondendo al telefono ad un certo punto una voce gli dice "Svegliati Max, non ti sei accorto di essere in un videogioco?" Ho ancora i brividi quando ci penso :D

Unknown ha detto...

Azz, mi accorgo ora, scorrendo il racconto, che ho dimenticato di scrivere la scena del combattimento col mostro... mea culpa... :(
Vedrò di rimediare quando avrò un pò di tempo...

Ettore ha detto...

Max Payne: ho ucciso cosi' tanti tossici che il ministro Giovanardi ogni anno mi manda il cesto natalizio

Unknown ha detto...

Bella storia :D

gianalex ha detto...

scusa ma secondo me manca quello simpatico e totalmente senza cervello del gruppo!

Unknown ha detto...

No no, io ci sono XD
Cmq è romanzato, e l'ho scritto anni fa... sinceramente non ricordo neanche perchè non avevo messo il tuo personaggio... a proposito, quale era? RedRain?

Posta un commento